Quasi un italiano su 2 (49%) è pronto a chiedere la doggy bag al ristorante per recuperare il cibo non consumato ed evitare così che venga buttato. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis diffusa in riferimento alle proposte parlamentari per evitare lo spreco alimentare portando a casa gli avanzi del ristorante.
Per molti anni malvista, la pratica di chiedere gli avanzi al ristorante è tornata d’attualità spinta dalla nuova sensibilità green verso il contenimento degli sprechi a tavola ed anche dalle esigenze di risparmio. Non a caso i più aperti verso questo fenomeno sono i giovani, dove la percentuale di favorevoli alla doggy bag sale addirittura al 58%.
Chiedere di portare a casa il cibo avanzato quando si va a mangiare fuori è un comportamento molto diffuso in altri Paesi a partire dagli Stati Uniti dove la doggy bag è una prassi consolidata per gli stessi Vip, fino a Francia e Spagna dove è stata resa obbligatoria. Una abitudine che non ha ancora contagiato capillarmente l’Italia dove permangono molte resistenze anche se di fronte a questa nuova esigenza la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. Peraltro, molte delle porzioni avanzate possono essere consumate a casa semplicemente riscaldandole oppure utilizzate come base per realizzare ottime ricette. In Italia è in vigore la legge 166/16 sugli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo”.
Una abitudine che contribuisce a ridurre la quantità di cibo che finisce nella pattumiera che è stimata in circa 469,4 grammi settimana per ogni cittadino secondo l’ultimo Rapporto di Waste Watcher International per campagna Spreco Zero.
Le strategie antispreco si applicano ormai a tutti i versanti a partire dall’ufficio dove oltre un italiano su due (54%) che lavora si porta la gavetta con pasti preparati spesso con avanzi di pasti precedenti.
Ma la difesa delle tasche passa anche da una maggiore attenzione alle cose da mettere nel carrello. Secondo Coldiretti/Censis il 77% degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa con relativa programmazione di cosa comperare che aiuta a tenere sotto controllo gli acquisti d’impulso ed a gestire con più oculatezza i budget familiari.
E con acquisti più responsabili cresce anche il fenomeno dei farmers market. “Il 54% dei cittadini compra nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che si tratta di “un impegno sostenuto dalla Coldiretti con la realizzazione la più estesa rete di vendita diretta nel mondo, quindicimila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati lungo la Penisola dove hanno fatto la spesa 20 milioni di italiani”.