Alis

ALIS a Villa Borghese, Edoardo Rixi - Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

21/5/2024

**" Genova, temo la destabilizzazione e quindi il rallentamento dei cantieri "** “Mandiamo degli ispettori per acquisire gli atti dell’autorità portuale al centro dell’attività della procura. Sono oltre 10 miliardi, la diga vale un miliardo, ma consente di incrementare l’attività portuale. Il 24 iniziano i lavori. Prima di mettere il primo cassone è stato messo un primo strato per ridurre il fondale, la profondità è di 50 metri. Uno dei problemi è che la Sovrintendenza ha impedito la demolizione della vecchia diga. Questo ha reso più onerosa l’operazione. L’Anac fa delle osservazioni, alcune inerenti altre no, dire che la diga non è rilevante a livello nazionale, che non deve entrare tra le prime 10, non sta all’Anac, è stato deciso dal governo Draghi e prima dal governo Conte. C’è un po’ di confusione, alcuni atti sono sotto esame della procura, il rischio è la destabilizzazione, il mio timore è che inizi la demolizione della vecchia diga e che poi la costruzione della nuova si fermi. Spero di no, ma si dovrà capire dove vanno le indagini, ci vuole una forte interlocuzione. Gli ispettori possono acquisire gli atti dell’autorità portuale. Stiamo valutando la nomina di un subcommissario. A oggi non c’è un rallentamento ma una fortissima pressione mediatica politica che induce a prendere una serie di cautele che prima erano prese con più nonchalance. È uno scalo complesso, il primo del paese. Non abbiamo solo la diga: ribaltamento a mare di Fincantieri, binari, connessione ferroviaria, opere che hanno termini legati a Pnc o Pnrr, cioè il 2026”. **“ Il caso Signorini a Genova ”** “Noi immaginavamo un sistema con un’idea centrale sugli interporti e sulla razionalizzazione degli investimenti sugli scali. La situazione attuale genera una forte tensione sugli operatori. Abbiamo bisogno di trovare dei nuovi spazi per tutti gli operatori, che pagano le tasse in Italia e affinché si agevolino le autostrade del mare. Tutto questo presuppone che a livello centrale le decisioni non arrivino in seconda o terza battuta. Occorre un’economia degli scali e un continuo coordinamento. Ad oggi ognuno fa quello che vuole in maniera anarchica. A Genova c’è la grande problematica che se qualcuno sapeva che dal 2021 il commissario non aveva dei comportamenti consoni, si doveva agire prima, e non aspettare tre rinnovi da tre governi diversi. Se una parte dello Stato sa che Signorini ha comportamenti inadatti al ruolo, perché non lo ha detto a Giovannini che ne ha proposto la nomina? Giovannini non lo sapeva, questo è sicuro, ma se c’erano pezzi dello Stato che invece erano informati, perché non l’hanno detto a Giovannini? Lo Stato deve capire che su temi che ci connotano a livello internazionale come la competitività dei nostri porti, le sue componenti si devono parlare. È in gioco la capacità nazionale di rapportarsi con gli altri Paesi e la credibilità dell’Italia. Con la situazione geopolitica i nostri scali e i nostri operatori sono la nostra ricchezza e bisogna tutelarli”.
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