Sostenibilità

Calamità, Brancaccio: non più rinviabile un vero piano di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare pubblico e privato

25/9/2023

Si è svolta il 20 settembre, in presenza, l’audizione dell’ANCE presso la Commissione Ambiente della Camera sulle proposte di legge recanti modifiche al codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e altre norme in materia di gestione delle emergenze di rilievo nazionale e per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo nazionale (DDL 589/C e DDL 647/C). La Presidente Brancaccio ha ricordato, in apertura, che le proposte si inseriscono in un contesto che vede gli eventi calamitosi di origine naturale sempre più frequenti su un territorio, come quello italiano, caratterizzato da un elevata esposizione al rischio idrogeologico e al rischio sismico. I drammatici eventi degli ultimi mesi hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il tema della messa in sicurezza del territorio. Il Governo, infatti, ha approvato in Consiglio dei ministri, prima della pausa estiva, oltre ad un decreto-legge ad hoc per i territori colpiti dall’alluvione, un disegno di legge quadro per il coordinamento delle procedure di ricostruzione per uniformare e velocizzare i processi. Ha quindi evidenziato che ANCE condivide la necessità di intervenire e nelle prossime settimane, quale contributo alla riflessione in atto, sarà presentato il secondo Rapporto Ance-Cresme sullo stato di rischio del territorio italiano, a dieci anni di distanza dal primo. I dati parlano da soli: l’Italia è un Paese particolarmente soggetto a calamità naturali; Legambiente, nell’Osservatorio Città Clima 2022, ha individuato più di 1.500 fenomeni meteorologici estremi dal 2010 a fine ottobre 2022, con un incremento, nell’ultimo anno di circa il 30%. Un chiaro indicatore dell’esposizione ai rischi naturali per il nostro Paese è rappresentato dai dati relativi ai destinatari del Fondo di solidarietà dell’UE, che vedono, negli ultimi 20 anni (2002-2022), l’Italia come maggior beneficiario con oltre 3 miliardi di euro ricevuti, pari a circa il 37% dell’importo totale erogato a 28 Paesi europei (8,2 mld). In tale contesto è evidente che non è più rimandabile un vero e proprio piano di prevenzione per la messa in sicurezza sia del territorio, sia del patrimonio immobiliare italiano pubblico e privato, che consenta di superare la logica emergenziale adottata finora. Rispetto al patrimonio immobiliare cogliamo, quindi, l’occasione della presente audizione per ribadire la necessità di individuare, fin da subito, un insieme di strumenti per sostenere un processo pluriennale di messa in sicurezza e di efficientamento energetico, al fine di rendere le costruzioni italiane a zero emissioni entro il 2050, salvaguardando la sostenibilità della finanza pubblica. A tal fine, abbiamo predisposto una proposta – inviata al Governo e al Parlamento – che vuole essere una prima base di ragionamento per l’impostazione di una possibile strategia per la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare italiano che tiene conto della sostenibilità finanziaria ed economica per le finanze dello Stato e per le famiglie proprietarie degli immobili. Entrando nel merito del contenuto delle proposte di legge ha evidenziato la condivisione degli obiettivi che i due provvedimenti intendono perseguire, ovvero accelerare e semplificare gli interventi necessari al superamento della fase emergenziale e quelli di ricostruzione in modo da garantire il ritorno alla normalità nel minor tempo possibile. In questo senso, appare condivisibile soprattutto l’obiettivo di definire un modello normativo unico circoscritto a pochi elementi ed in grado di essere flessibile e potersi adattare alle diverse situazioni che verranno a crearsi. In tale ottica assume precipuo rilievo, intanto, la regolazione del quadro delle competenze e dei rapporti con le varie amministrazioni coinvolte.
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