Sostenibilità
Case green, solo il 50% degli edifici dovrebbero rientrare nella classe energetica E entro il 2030
31/10/2023

Case green, la transizione sarà più graduale di quanto paventato dalla proposta di direttiva Epbd, Energy performance of buildings directive. Nella versione iniziale la direttiva imponeva di portare tutti gli immobili residenziali alla classe E entro il 2030, per passare a quella D entro il 2033. Ma in Italia oltre il 60% degli edifici è stato realizzato entro gli anni Settanta, e rientra nella classe F o G Secondo quanto riportato da Repubblica, la misura avrebbe riguardato circa 1,8 milioni di edifici sui 12 milioni totali che fanno capo a soggetti privati. Le trattative fra Europarlamento, Commissione e Consiglio Ue hanno portato a un approccio più soft, con la cancellazione dell'obbligo di ristrutturazione per gli immobili caratterizzati dalle classi energetiche peggiori. La decisione finale arriverà a dicembre, ma la direzione pare segnata.
La posta in palio per l’Italia, e in particolare per tante famiglie italiane e per il sistema bancario, è molto alta. Secondo un'analisi dell'Abi la versione iniziale della direttiva Epbd rischiava di produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici, «con impatti rilevanti sulla ricchezza delle famiglie italiane che per il 60% è rappresentata da immobili residenziali». Durante un'audizione parlamentare sono stati sottolineati inoltre i rischi per il settore finanziario, «in quanto tale situazione potrebbe comportare una svalutazione delle garanzie acquisite dalle banche per la concessione dei mutui ipotecari». L'Europa ha messo nel mirino l'inquinamento prodotto dagli immobili, che vale ben il 40% di tutte le emissioni di carbonio, e spinge per una riqualificazione del parco esistente dopo che negli scorsi anni si è dedicata soprattutto a definire i requisiti per il nuovo. Per quanto riguarda gli edifici pubblici, è stata da poco pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea la direttiva sull'efficienza energetica. Ciascun paese membro dovrà adoperarsi affinché il consumo complessivo di energia finale degli enti dello Stato e delle sue propaggini locali nel loro insieme sia ridotto almeno dell'1,9 % all'anno rispetto al 2021.
Direttiva per gli edifici residenziali al rush finale. In quelli pubblici ogni Paese dovrà invece ridurre i consumi di energia almeno dell'1,9 % all'anno
Verosimilmente verrà previsto un generale obiettivo di riduzione percentuale dei consumi energetici del patrimonio edilizio, con gli Stati che avranno un certo margine di manovra per fissare gli interventi di dettaglio. Inoltre, si va verso la cancellazione degli obblighi di installare colonnine di ricarica e di pre-cablare i parcheggi negli edifici residenziali esistenti. Secondo i rumors fin qui trapelati, in Italia l'obiettivo sarà di far rientrare il 50% degli edifici residenziali nella classe E entro la fine di questo decennio, per proseguire con altre tappe intermedie fino a raggiungere il 90% di immobili nella classe D entro il 2050. Si va, dunque, verso un percorso più sostenibile per il nostro Paese rispetto all'ipotesi iniziale, che secondo un'analisi dell'Abi (Associazione bancaria italiana), rischiava di produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici, «con impatti rilevanti sulla ricchezza delle famiglie italiane che per il 60% è rappresentata da immobili residenziali». Durante un'audizione parlamentare sono stati sottolineati inoltre i rischi per il settore finanziario, «in quanto tale situazione potrebbe comportare una svalutazione delle garanzie acquisite dalle banche per la concessione dei mutui ipotecari».
Dal privato al pubblico, da una bozza a un provvedimento normativo già approvato. È stata da poco pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea la direttiva sull'efficienza energetica, in virtù della quale ciascun paese membro dovrà adoperarsi affinché il consumo complessivo di energia finale degli enti dello Stato e delle sue propaggini locali nel loro insieme sia ridotto almeno dell'1,9 % all'anno rispetto al 2021. Dal vincolo possono essere esclusi ì trasporti pubblici e le forze armate. Per quel che concerne gli edifici degli enti pubblici, l'impegno dovrà essere finalizzato a far sì che almeno il 3% della superficie coperta utile totale degli immobili riscaldati e/o raffrescati di proprietà venga ristrutturato ogni anno affinché azzeri o quasi le emissioni. Dall'obbligo di ristrutturazione potranno essere esentati gli alloggi sociali qualora le ristrutturazioni non siano neutre in termini di costi o comportino aumenti dei canoni di locazione per le persone che vivono in queste abitazioni, tranne nel caso in cui questi aumenti non siano superiori ai risparmi economici sulla fattura energetica. Inoltre, ogni Stato membro dovrà attivarsi affinché le amministrazioni che concludono contratti pubblici di appalto e concessione acquistino prodotti, servizi, edifici e lavori ad alta efficienza energetica, salvo nei casi in cui ciò non sia tecnicamente fattibile. Quanto a quest'ultimo punto c'è ampia discrezionalità per fissare a livello nazionale eventuali categorie da esentare. Intanto il governo lavora alla riforma degli incentivi edilizi. Secondo quanto annunciato in parlamento dal ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, sarà varato un piano con un orizzonte decennale, che guarderà in primo luogo agli immobili interessati dalle normative di derivazione comunitaria. I benefici fiscali, spalmatili in un arco di tempo fino a dieci anni, potranno riguardare sia interventi singoli, sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi), con questi ultimi che godranno di incentivi più elevati. Tra gli obiettivi della riforma c'è anche quello di garantire costi massimi specifici omnicomprensivi dei vari interventi e di affiancare alle detrazioni finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (LE MISURE) EMISSIONI DA ABBATTERE IL PIANO COMUNITARIO Le misure per l'efficientamento del patrimonio immobiliare rientrano nel piano europeo "Fit for 55", in virtù del quale Bruxelles punta a ridurre le emissioni all'interno dell'area per non meno del 55% entro il 2030 rispetto a quanto rilevato nel 1990. Tra gli strumenti per raggiungere l'obiettivo, uno dei più importanti è l'Emissions Trading System che fissa un livello massimo di emissioni di gas serra sul territorio (l'indicatore verrà abbassato di anno in anno per indirizzare l'Ue verso la decarbonizzazione). Lo schema prevede permessi che le imprese europee appartenenti a settori ad alto impatto (industria pesante, energia) potranno scambiare tra loro in base all'impatto della propria produzione chi inquina meno potrà vendere le quote di emissioni a chi inquina di più e viceversa restando, in ogni caso, entro i limiti massimi imposti . e (L'OPINIONE) Secondo le ipotesi, in Italia l'obiettivo sarà far rientrare il 50% degli immobili privati nella classe E entro la fine di questo decennio e proseguire a tappe TEMPERATURA MEDIA LA CRESCITA DAL 1860 A OGGI Il grafico evidenzia l'aumento di quasi due gradi delle temperature medie in un secolo e mezzo e il picco degli ultimi anni
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