Trasporti e logistica

Confermate dal Consiglio di Stato le multe a Cin Tirrenia per inadempienze sulla convenzione

11/9/2023

Rigettati i ricorsi contro un pacchetto di sanzioni (circa 500mila euro) comminate dal Ministero alla compagnia del gruppo Onorato per l’utilizzo, nel 2018, di navi difformi da quelle previste dal contratto pubblico L’uso, nella primavera 2018, di navi diverse da quelle previste dal contratto stipulato con lo Stato per la continuità territoriale marittima costerà a Compagnia Italiana di Navigazione (Moby) circa 500mila euro di sanzioni. Lo si evince dalla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha appena rigettato quattro ricorsi della società appartenente al gruppo guidato dalla famiglia Onorato, titolare fra il 2012 e il 2021 della convenzione con lo Stato per il servizio di continuità territoriale marittima (circa 72 milioni di euro l’anno), volti ad annullare le sentenze del Tar del Lazio del giugno 2020 che avevano confermato le sanzioni comminate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’autunno 2018, relative ad alcune mancanze di Cin risalenti ai mesi precedenti. In particolare la prima sanzione riguardava “l’utilizzo della nave Moby Corse sulla linea Civitavecchia – Cagliari – Arbatax nel periodo dal 2 al 4 aprile 2018. La contestazione si fondava sul minor tonnellaggio delle motonavi utilizzate in luogo di quelle indicate negli atti applicativi della Convenzione e sul minore numero di poltrone reclinabili collocate in apposito salone e sulla più limitata capacità di trasporto di sole autovetture”. È l’unico caso in cui gli atti giudiziari riportano il quantum (25mila euro) della multa, base di calcolo per le altre ammende. Comminate per le medesime motivazioni, esse attenevano all’utilizzo della nave Moby Tommy sulla linea Civitavecchia – Olbia nel periodo dall’1 al 31 marzo 2018, all’utilizzo dell’unità navale Moby Corse sulla linea Civitavecchia – Cagliari – Arbatax, nel periodo dal 22 al 31 marzo 2018, all’utilizzo dell’unità navale Moby Corse sulla linea a Civitavecchia – Cagliari – Arbatax, nel periodo dall’1 al 28 febbraio 2018. “Che la Compagnia non possa cambiare le unità navali a propria discrezione, e che debba a ciò essere preventivamente autorizzata, è circostanza che si evince con chiarezza dagli obblighi convenzionali, oltreché dal comune buon senso. L’utilizzo di un’unità navale con caratteristiche inferiori a quelle minime richieste significa, semplicemente, rendere un servizio di standard qualitativo e qualitativo inferiore. Il fatto che non vi sia stato pregiudizio per l’utenza o che non vi siano stati reclami da parte di privati o degli enti locali interessati (argomento speso anche nel terzo motivo di appello) è, da un lato, circostanza del tutto sfornita di prova, dall’altro, comunque, del tutto irrilevante” hanno scritto i giudici di Palazzo Spada. Non solo, perché “il fatto che in passato non siano state applicate penali non solo non legittima il concessionario a perpetuare la violazione degli accordi ma, semmai, ne aggrava la posizione perché dimostra plasticamente la ripetitività dei comportamenti non corretti”. In sintesi, è la conclusione del Consiglio di Stato, “la pretesa che il concessionario utilizzi unità navali rispondenti ai requisiti minimi prescritti è, molto semplicemente, la pretesa del rispetto dell’accordo, cui consegue, in caso di violazione, l’applicazione di penali”. Fonte:(https://www.shippingitaly.it/)
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