Trasporti e logistica

Dalle merci ai traghetti, i Signori del Mare oggi parlano l'italiano

3/1/2022

I protagonisti. Aponte è il secondo contribuente svizzero, Grimaldi ha 100 navi e 16 terminal portuali nel mondo, d'Amico è tra i leader globali del cargo Un tempo, lontano, i signori del mare erano discreti, quasi invisibili. Certo, i greci (e un italiano di Napoli, caso unico) facevano eccezione, con i loro matrimoni da prima pagina e le feste in Costa Azzurra annegate nello champagne. I tempi cambiano, ma non troppo. Di Gianluigi Aponte, il "Comandante” della Msc, le interviste sono rare e le foto solo ufficiali, eppure è il secondo contribuente svizzero nonostante sia originario di Sant'Agnello, terra di armatori da sempre. Oggi l'Italia conta una flotta armatoriale di prima grandezza, e la maggioranza delle principali società è ancora saldamente in mano alle famiglie d'origine, segno di una continuità e di tradizione difficilmente riscontrabile in altri comparti. I nomi che saltano subito in testa alla classifica sono due: Grimaldi e d'Amico. Ma naturalmente non sono i soli. I Grimaldi, gruppo fondato nell'immediato dopoguerra e con sede principale a Napoli, controllano diverse compagnie di navigazione, sia nei traghetti per il trasporto passeggeri che nelle merci, ed è uno dei protagonisti delle Autostrade del Mare. In particolare sono attivi nell'armamento con navi roll-on/roll-off, in pratica per trasportare mezzi con le ruote: infatti fornisce ai principali produttori di auto servizi di logistica integrata al trasporto marittimo in Europa e negli Usa. Oggi ha oltre 100 navi e 16 terminal portuali nel Mediterraneo (in particolare in Grecia, oltre che l'Italia) in Nord Europa (in particolare nei paesi scandinavi) e Africa Occidentale, e conta 10mila dipendenti. Alla guida del gruppo i fratelli Gianluca ed Emanuele Grimaldi: quest'ultimo, già presidente di Confitarma, è stato designato alla presidenza dell'International Chamber of Shipping (Ics). Un figlio di Emanuele, Guido, ha fondato di recente e presiede Alis, associazione di logistica. Ma i Grimaldi sono noti, ad una nicchia di pubblico, anche per un'altra attività: Eugenio è un campione internazionale di equitazione, e ha continuato a montare anche nel mezzo di una battaglia personale contro una malattia, sfida che ha raccontato pubblicamente anche per dare fiducia nelle cure a chi come lui ne è stato colpito. L'altro big del settore è il gruppo d'Amico - sede a Roma - che è considerato tra i maggiori operatori mondiali nel trasporto marittimo nei settori dry cargo e product tankers, e nei servizi strumentali alle attività di core business. Guidato da Paolo e Cesare d'Amico, il gruppo dispone di una tra le più importanti flotte di navi portarinfuse e navi cisterna, circa cento navi. L'origine dell'attività di questi signori del mare risale agli Anni 30: Massimino Ciro d'Amico trasforma l'attività via terra di importazione di legname in un'attività di trasporti marittimi per importare legname dalla Russia e dai Balcani. Alla sua morte, lascia sette figli che nel secondo dopoguerra fondano la Fratelli d'Amico Armatori. Poi la trasformazione: tre fratelli nel 1952 fondano la d'Amico Società di Navigazione a Roma. Arriva la crescita: negli Anni 60 e 7o l'attività armatoriale si estende al trasporto di prodotti raffinati e ai servizi di linea con le Americhe. E infine nel 1998 il Gruppo acquista Italia di Navigazione. Ma nel loro orizzonte non c'è solo il mare: sia Paolo che Cesare hanno dato ad aziende vinicole di alta fascia. Un altro nome noto tra i signori del mare con nome italiano è certamente la Ignazio Messina. Fondata nel 1921, è stata sotto il controllo della famiglia fino a pochi anni fa: oggi è controllata dai rami Messina e Gais e il gruppo Msc. Alla guida i cugini Stefano e Ignazio Messina, che assicurano la continuità familiare pur con dentro il colosso che fa capo agli Aponte. La società, da sempre basata a Genova, occupa oltre mille dipendenti diretti ed è molto presente nel trasporto marittimo internazionale di linea tramite una flotta specializzata di navi portacontenitori ro-ro, gestisce il Terminal portuale Imt all'interno del porto di Genova e una rete logistica che opera in Italia ma anche nei Paesi collocati sull'asse nord-sud dei traffici marittimi in cui la compagnia è market leader. Sempre a Genova opera la famiglia Gavarone, originaria di Varazze, presente nel capoluogo ligure dal 1897, quando iniziano con tre velieri in ferro acquistati in Inghilterra. Giovanni Gavarone, già costruttore di rimorchiatori, ne diventa armatore, in società con altri, fondando nel 1922 la società Rimorchiatori Riuniti. Oggi, in una nuova veste, il Gruppo Rimorchiatori Riuniti gestisce le attività di rimorchio del porto di Genova, nei principali porti italiani ed esteri, ma anche nell'assistenza alle piattaforme per l'esplorazione e la produzione petrolifera offshore e infine l'armamento e la gestione di navi bulkcarrier. Alla guida Gregorio Gavarone - che controlla la società assieme alla famiglia Delle Piane che con le recenti acquisizioni a Singapore Malesia - una flotta di 58 rimorchiatori - ha portato il suo gruppo al livello di terzo operatore mondiale nel rimorchio portuale. Volto e nome notissimo è quello di Vincenzo Onorato, alla guida di Moby Lines, attiva soprattutto nelle rotte per la Sardegna, e da qualche anno della Tirrenia e Toremar, per una flotta complessiva di oltre 60 navi: ora il gruppo è stato riunito sotto un'unica holding, la Onorato Armatori. Onorato è particolarmente conosciuto per essere stato il patron di Mascalzone Latino, team velico fondato nel 1993, che ha guidato in due sfide per la Coppa America, Ma anche per il suo spirito battagliero dentro il settore, che lo ha portato anche a scontri pubblici con i Grimaldi. E questi sono alcuni dei signori del mare italiani. Ma i greci, eredi veri o ideali di Onassis e Niachos, che riempivano i rotocalchi e facevano sognare? Ancora oggi gli armatori della Grecia, nonostante la crisi devastante del Paese di qualche anno fa, reggono bene. Controllano il 26,5% della flotta mondiale di petroliere e il 15% della flotta di navi portarinfuse. Non solo: l'età media delle unità navali greche si attesta sui 9.54 anni, risultando più bassa dell'età media delle unità navali a livello mondiale che è pari a 9,87 anni. (Fonte: www.ilsole24ore.it )
Allegato