Economia

Dighe in Italia, età media di 75 anni: la necessità di manutenzione

12/4/2024

Dighe in Italia: «A fronte di un quadro costantemente aggiornato delle condizioni di sicurezza occorre tuttavia rilevare che un oggettivo problema è costituito dall’elevata età delle opere, con una media degli impianti idroelettrici pari a 75 anni». È quanto si legge nell’Indagine conoscitiva sullo stato dell’arte delle attività idroelettriche che la Commissione Attività produttive della Camera ha reso pubblica quattro anni fa, riportata da Repubblica. «Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le dighe siano costantemente monitorate» e siano soggette a continui «controlli, manutenzioni e interventi di adeguamento/miglioramento» si legge ancora nell’indagine. L’elenco dei controlli è stabilito dalla Direzione generale dighe del ministero delle Infrastrutture, che è responsabile per le ispezioni previste per legge ogni sei mesi. Così come sono semestrali anche le “asseverazioni” in capo al concessionario (l’ente o la società che gestisce la diga), il quale è obbligato all’invio di “bollettini” mensili. La questione della manutenzione si intreccia con quella della durata delle concessioni. Un grande concessionario come Edison ha chiesto esplicitamente di rivedere le norme l’anno scorso, al momento dell’annuncio di nuovi investimenti per 5 miliardi per accelerare il piano rinnovabili: «Edison considera l’energia idroelettrica, che è l’unica fonte rinnovabile programmabile, un asset strategico per la transizione energetica. Una revisione dell’attuale quadro normativo sulla durata delle concessioni idroelettriche permetterebbe di sbloccare investimenti complessivi da parte di tutti gli operatori per almeno 9 miliardi di euro aggiuntivi, di cui beneficerebbe una filiera industriale interamente italiana e che consentirebbero di incrementare la produzione da fonte idroelettrica, rendendola più efficiente e incrementando la produzione di energie rinnovabili». «L’attività di ricognizione svolta dalla Direzione generale dighe, è confluita nel 2013 in due provvedimenti con i quali sono state individuate 54 impianti idroelettrici che necessitano di interventi di incremento delle condizioni di sicurezza anche ai fini del recupero della capacità di invaso» dettaglia ancora l’Indagine conoscitiva. Mettere i concessionari nelle condizioni di investire potrebbe essere un modo efficace per gestire gli impianti al meglio.
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