Innovazione

Energia, Baroni al Sole24Ore: oneri di sistema da azzerare o saranno colpite le Pmi

22/12/2022

“La mancata previsione del taglio degli oneri di sistema per le potenze sopra i 16,5 kw colpisce soprattutto tante Pmi e in modo trasversale. Il mio timore è che il governo non abbia ben chiaro quale sia lo spaccato delle imprese italiane perché questa esclusione impatta su tutti senza particolari distinzioni e sembra non tenere conto della definizione stessa di industria, anche della piccola e media”. Così Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria e presidente della Piccola industria, ha espresso in un’intervista al Sole24Ore la delusione per la scelta del governo di escludere nel Ddl bilancio le imprese dall'azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre del 2023. “Oggi – ha spiegato Baroni - le imprese dispongono di due strumenti per fronteggiare il caro energia: i crediti d'imposta che vanno sulle partite Iva, pur non comprendendo la totalità della platea e l'azzeramento degli oneri di sistema che, a differenza del primo strumento, caratterizzato da una fruizione particolarmente complessa, rappresenta una misura orizzontale a beneficio di tutte le imprese, mentre i crediti, che hanno comunque costituito un passo importante e che abbiamo apprezzato, scontano nella messa a terra non solo la complessità del processo, ma anche problemi di capienza fiscale e di capacità di utilizzo. E questo soprattutto per le pmi, che infatti hanno spesso bisogno di un consulente per attivare lo strumento, con una conseguente disponibilità di risorse, che non tutte le aziende hanno”. Per Baroni lo stop al taglio delle voci parafiscali per le potenze sopra 16,5 kw, di fatto esclude dalla fruizione della misura le imprese: “Aver fissato l'asticella a 16,5 kilowatt, che equivalgono ai consumi di cinque famiglie – ha chiarito Baroni - significa includere nel taglio solo il piccolo artigiano, tenendo fuori invece tutte le medie e alte tensioni che sono utilizzate prevalentemente dal settore industriale”. “Questo governo si è presentato con la promessa di voler essere attento al mondo delle imprese – ha detto Baroni – ma questo dietrofront è un passo indietro non solo in termini assoluti, visto l'impatto che avrà sui nostri bilanci, ma è anche in totale controtendenza rispetto alle premesse di partenza. Soprattutto se lo affianchiamo ad altre scelte, sul fronte degli investimenti, come il mancato rinnovo dei crediti d'imposta per ricerca e sviluppo e gli interventi al ribasso per il pacchetto Transizione 4.0. Da imprenditore, dunque, sono preoccupato e mi chiedo quale sarà il prossimo step a questo punto. Noi, come sempre, valutiamo l'esecutivo sui provvedimenti, quindi non possiamo che rimanere perplessi da queste ultime scelte”. “Stiamo passando da una crisi all'altra: dopo la pandemia, oggi siamo stretti nella morsa del caro energia che, insieme alla difficoltà di reperimento e agli elevati prezzi delle materie prime e alle criticità determinate dal conflitto russo-ucraino, ci sta mettendo a dura prova. Per le imprese il migliore antidoto per uscire al meglio da queste fasi è fare investimenti e fare crescita creando un meccanismo virtuoso”, ha sottolineato il presidente della Piccola Industria. “Se il governo, però, non supporta chi sceglie di non distribuire utili ma di reinvestirli per spingere lo sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle”.
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