Sostenibilità

Fusione nucleare, Eni: la prima centrale entro il 2035

11/4/2024

Fusione nucleare, Eni: la responsabile per la fusione Francesca Ferrazza, nel corso di una audizione alla Commissione ambiente del Senato, ha annunciato che la stessa Eni prevede di realizzare la prima centrale nucleare a fusione industriale entro il 2035. Come riportato da Repubblica, si tratta di una novità di grande rilievo, perché gran parte della comunità scientifica ritiene che tale rivoluzione tecnologica sia possibile non prima del 2040. Eni ha una partecipazione del 19% su un capitale di due miliardi di dollari di Commonwealth Fusion Systems, spin off del Mit di Boston. I ricercatori della Commonwealth Fusion Systems hanno realizzato e fatto funzionare un supermagnete che simula la forza di gravità che provoca la fusione degli atomi nel sole. Il campo magnetico da 20 Tesla generato da questo magnete è sufficiente a innescare e tenere viva la fusione nucleare: questo dà al progetto finanziato da Eni un vantaggio competitivo rispetto a tutti gli altri team che si cimentano con la fusione. La tecnica utilizzata è quella del confinamento magnetico, la stessa utilizzata dal grande progetto internazionale Iter, in costruzione nel sud della Francia: gli atomi di deuterio e trizio (due isotopi dell’idrogeno) “confinati” dal campo magnetico si fondono uno nell’altro; il che provoca l’emersione di atomi di elio insieme a una grande quantità di energia. Secondo gli scettici, il fatto di avere un campo magnetico da 20 Tesla, pur sufficiente a innescare e tenere viva la fusione nucleare, non è detto che garantisca la realizzazione di centrali nucleari funzionanti nel giro di pochi anni; i macchinari della Commonwealth saranno sottoposti a sollecitazioni straordinarie e che ci potrebbero volere molti anni prima che tutto funzioni. Il progetto Iter è stato fin qui soggetto per questo a continui ritardi. Ma altri scommettono sull’approccio innovativo degli ex studenti del Mit, e fra questi l’Eni, che in caso di successo potrebbe finalmente abbandonare gas e petrolio senza rinunciare ai suoi profitti.
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