Alis

Grimaldi è il nuovo leader degli armatori mondiali: «Puntare a emissioni zero»

15/6/2022

Tappa a Napoli di Alis. Giovannini: Sud strategico per le rinnovabili. Napoli città di mare a volte non consapevole del proprio ruolo. Parole nette quelle di Gaetano Manfredi alla seconda tappa di Alis sull'Italia in movimento alla scoperta del Mezzogiorno. Ha ragione il sindaco quando sostiene che il rapporto economico della città col mare è strettissimo, per il ruolo decisivo dell'industriale armatoriale. L'occasione è ghiotta perché tra pochi giorni, Il 22 giugno, Manuel Grimaldi, patron del gruppo, sarà nominato a Londra, primo italiano a ricoprire quest'incarico, presidente dell'associazione mondiale degli armatori, Il primo cittadino indica come decisiva la sfida dell'interconnessione delle tre grandi porte della capitale del Sud, Alta Velocità, porto e aeroporto, con una rete metropolitana che metta in rete anche lo snodo ferroviario di Afragola. Il presidente di Alis Guido Grimaldi sottolinea il peso crescente della logistica nell'economia italiana, potendo contare su ben 51 miliardi di fatturato. L'aspetto più interessante del suo ragionamento sta nel reshoring che ha già interessato 170 aziende rientrate nei confini nazionali. Lo sforzo ulteriore da cogliere deve essere quello di coinvolgere anche le aree meridionali in questa strategia, Il sistema logistico campano può essere un protagonista di questa politica, grazie ai due porti di Napoli e Salerno e all'Interporto di Marcianise, «Ora chiediamo al governo - spiega il presidente di Alis- di innalzare i contributi MareBonus e FerroBonus da soli 20 milioni fino al 2026 a 100 milioni per ciascuna misura fino al 2030m. Il ministro delle Infrastrutture ribadisce che terziario e costruzioni sono in forte ripresa, «Il governo-risponde a Nunzia De Girolamo che gli fa le domande - sta imprimendo al Porr un'accelerazione mai vista prima». Enrico Giovannini spinge affinché il Sud diventi il luogo elettivo delle rinnovabili, in modo che di fronte all'attuale shock energetico possa diventare esso stesso la leva dello sviluppo dell'intero Paese. Il sottosegretario agli Affari Europei Enzo Amendola indica nella sburocratizzazione l'aspetto decisivo per il successo dei bandi sui fondi del Piano Ripresa e Resilienza. «Serve -aggiunge- un vero coordinamento tra chi fa i bandi e tutte le strutture a valle». Manuel Grimaldi è convinto che la prima sfida a livello mondiale per l'industria armatoriale sia raggiungere l'obiettivo di emissioni zero nel 2050 per l'alimentazione delle nuove navi: «La mia azienda sta facendo grandi investimenti in questa direzione». Secondo l'armatore, Il Pnrr è un'occasione unica per il Sud, e bisogna investire sulle sue vocazioni, turismo, trasporti ed energie rinnovabili. Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Campania, incalza: «In Italia siamo ancora troppo lenti nell'agire nel mondo così competitivo come quello attuale. Il Pnrr non ha una visíone, ha raccolto insieme tutti i progetti che erano fermi per mancanza di fondi», Infine, secondo il vice di De Luca, la sfida Mezzogiorno Centro-Nord non può funzionare come un "tiro alla fune". Andrea Annunziata, Presidente dell'Autorità Portuale, sottopone alla platea le cifre dello sviluppo dello scalo partenopeo, «ci avviamo a superare i 12 mílioni di passeggeri l'anno, abbiamo stanziato 6o milioni per le sole progettazioni degli investimenti nel Porto». Antonio d'Amato parla senza peli sulla lingua di «un'itala che si muove velocemente indietro». Secondo il Presidente della Seda, I soldi del Pnrr non solo soldi da spendere ma risorse da investire per poi restituirle. Secondo l'imprenditore sono due i maggiori punti critici: «Gli investimenti vanno coordinati da una cabina di regia forte a Palazzo Chigi. E poi l'italia è in crisi da dopo il regionalismo, per cui criticare, com'è giusto fare, l'autonomia differenziata, non deve esimere la classe dirigente meridionale dal riconoscere le proprie colpe e i propri ritardi». Paolo Scudieri, patron di Adler, riconosce che le eccellenze imprenditoriali meridionali scontano le inefficienze del territorio e fa un esempio di resilienza dell'industria automobilistica, «la quale, di fronte alla guerra in Ucraina dove finora si svolgevano i cablaggi, sta spostando il proprio baricentro verso il Marocco>>. Fonte: ( corriere del mezzogiorno)
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