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LetExpo2024, Antonio Tajani - Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

15/3/2024

**"Lo Stato italiano ha il dovere di proteggere le nostre merci sul Mar Rosso"** “Sono veramente contento di esser venuto qui non solo per il dibattito, ma anche perché ci tenevo a visitare gli stand delle forze dell’ordine e delle forze armate, a questi ragazzi non si dice mai abbastanza grazie. Se le nostre navi possono passare attraverso Suez e Mar Rosso lo dobbiamo alla marina militare, troppo spesso non elogiamo questi giovani, forse la parte migliore della nostra società. Fanno un mestiere difficile non molto pagato, quando sbagliano sono tutti pronti a sparargli addosso, ma raramente li ringraziano. Rischiano la vita per 1200 euro al mese. Quella nel Mar Rosso è una missione fortemente voluta dal governo italiano, il comando operativo è affidato al contrammiraglio della nostra marina. Siamo un paese che ha il 40% del Pil che viene dall’export. Il 40% dei nostri prodotti che vengono esportati via mare passano attraverso Suez e il Mar Rosso, lo Stato italiano ha il dovere di proteggere quelle merci, per questo abbiamo voluto una missione difensiva. Ma sia chiaro, le nostre navi hanno delle regole d’ingaggio che le autorizza a colpire tutto ciò che attacca, l’attaccante deve essere distrutto, è quel che sta facendo in modo egregio il cacciatorpediniere Caio Duilio” **“Africa e Medio Oriente sono anche opportunità per l’economia italiana”** “L’opposizione fa il suo mestiere, a volte con affermazioni che non sono particolarmente fondate. Il Governo italiano sta cercando di affrontare la questione immigrazione, che è parte ma non tutto della ‘questione Africa’; è nostro dovere avere un dialogo forte con il continente da cui partono tanti migranti, ma che è anche una grande opportunità economica. Ho accompagnato una delegazione di imprenditori in Egitto, facendo un accordo con il Governo egiziano con il quale si va a coltivare 3-400 ettari di terreno perché, grazie alle nostre tecnologie e ai nostri coltivatori si potrà produrre frumento, rendendo l’Egitto indipendente dalla produzione russa o ucraina, perché la guerra crea arrivi a singhiozzo. Eni sta facendo opere importantissime. Noi dobbiamo essere presenti nell’Africa sub-sahariana, perché quella è un’area molto instabile, da dove partono migranti, trafficanti di armi, trafficanti di droga. Stabilità e crescita del continente africano sono fondamentali, e fa benissimo il presidente Meloni ad andare in Egitto, fa benissimo Von Layden ad andare in Egitto e l’Europa a investire, perché dobbiamo far sì che non crollino quelle economie, sennò arriva il terrorismo e ricominciamo da capo quello fatto negli anni passati con la vittoria dei moderati. Anche in Medio Oriente dobbiamo lavorare con i Paesi moderati, ivi compreso l’Egitto, che è fondamentale per trovare la pace nella Striscia di Gaza. La sinistra al Parlamento Europeo condanna che noi aiutiamo Egitto e Tunisia: dobbiamo lasciare distruggersi questi Paesi? Che poi ci siano riforme da fare, che non siano democrazie come le nostre è vero, ma non possiamo imporre i nostri modelli. Dobbiamo chiedere il rispetto delle vite umane. Il Governo ha fatto tornare in Italia Zaki, bandiera della sinistra, che però non lo hanno riportato a casa, e lo abbiamo fatto perché abbiamo dialogato con l’Egitto e vogliamo anche la verità su Regeni, non ce lo siamo dimenticati. C’è identità di vedute nel Governo, che significa per le nostre imprese poter lavorare anche lì, significa favorire le nostre esportazioni: senza imprese non c’è lavoro, e noi abbiamo il dovere di sostenere tutte le nostre imprese che esportano. E’ una mia priorità sostenere le esportazione: la democrazia della crescita è un tema fondamentale per il nostro Paese. Il Governo sostiene le imprese, perché sono lo strumento migliore per creare lavoro, e lavoro significa dignità e liberà per ogni cittadino. E il settore delle infrastrutture intermodale, con i porti, gli interporti, le strade, gli aeroporti e le imprese che lavorano in questo settore sono fondamentali. Ma se anche i nostri prodotti sono di qualità, ma arrivano che costano di più, arrivederci ‘made in Itality’, sei perdente sul mercato internazionale. Per questo servono infrastrutture moderne e che garantiscano competitività del prodotto”. **“Presto per ipotizzare un appoggio di Meloni a Von der Leyen”** “Come Forza Italia ci siamo impegnati nel 2019 per eleggere Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione per impedire che ci andasse Timmermans, sapendo già i guai che avrebbe fatto visti quelli che aveva fatto da Commissario. E’ presto per parlare di cosa farà il centrodestra alle prossime elezioni. All’inizio del suo mandato – ha proseguito - la Von der Leyen è stata troppo arrendevole verso quella politica ambientalista ideologica, poi però ha cambiato posizione e sta guardando ad agricoltura e industria con maggiore attenzione ed è giusto perchè devono fare dei passi in avanti ma, se vogliamo davvero combattere il climate exchange, dobbiamo mettere le imprese nelle condizioni di raggiungere obiettivi capaci di ridurre davvero le emissioni di CO2, ma se non diamo a queste imprese gli strumenti e i tempi necessari per adeguarsi, o falliscono o vanno all’estero, dove non ci sono regole altrettanto severe, e quind l’inquinamento globale peggiora anziché migliroare”. “Tra il negazionismo anti-ecologico e il fondamentalismo ambientalista di Timmermans e Greta, c’è una terza via ed è il pragmatismo, con scelte che possano essere applicate in concreto. Faccio un esempio: in agricoltura, fortunatamente la commissione Ue ha ritirato la direttiva sui fertilizzanti… nessun agricoltore avrebbe potuto eliminarli in 24 ore, ci avrebbero dato le chiavi dei trattori dicendo: fate voi. Con chi ce la prendiamo oggi se la componentistica per le auto a combustione interna non si produce più e rischiamo di perdere 70 mila posti di lavoro, con Timmermans? Abbiamo proposto: eliminiamo il 90% di emissioni Co2 con i combustibili puliti e lasciamo spazio al 10% per permettere alle imprese che non siano ancora riuscite ad adeguarsi di andare avanti. Ma la papessa e il cardinale, con i loro accoliti, hanno deciso che o così o niente, hanno vinto loro ma adesso dobbiamo far di tutto per salvare quei 70 mila posti di lavoro. La politica non può dimenticare l’impatto sociale delle sue scelte, non puoi scrivere regole a Bruxelles senza aver mai visto una fabbrica o una stalla. Le regole vanno scritte guardando la realtà. Lo dicevo anche quando ero commissario europeo. Proprio da europeista convinto dico che bisogna migliorare l’efficienza dell’Europa e ridurne la burocrazia”. **“La politica interna”** “Sto cercando di guadagnare lo 0,1% a settimana, che però dopo non perdo. La crescita di Forza Italia non è esponenziale, ma è consolidata, frutto di buone battaglie politiche e del radicamento territoriale. In Italia nel 2023 abbiamo organizzato 100 congressi, con 110 mila tesserati sul territorio. C’è una classe dirigente che dopo Berlusconi ha portato avanti la sua battaglia, correndo nelle proprie sezioni, per una riforma della giustizia e la diminuzione della pressione fiscale. In Basilicata c’è l’ipotesi che si allarghi la coalizione. Un candidato presidente uscente è in grado di aggregare a livello territoriale molti consensi: perché abbiamo vinto a Brindisi, un feudo storico della sinistra? Perché abbiamo allargato la coalizione. Il nostro compito in Italia è basato sulla convinzione che serva una forza politica credibile, responsabile, affidabile e seria, tutelando i cittadini in maniera forte, non violenta. Gli italiani si sono stufati delle urla e degli strilli, in un momento in cui ci sono tre guerre, sono preoccupati e vogliono stabilità e tranquillità, con alla guida persone affidabili”.
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