Economia

Povertà assoluta nel 2022 in crescita a 5,6 milioni di persone

26/10/2023

Nel 2022 erano in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3 per cento del totale da 7,7 per cento nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7 per cento in crescita dal 9,1 per cento dell’anno precedente. Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell'inflazione. È quanto emerge dal report Istat su "La povertà in Italia, anno 2022". L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 28,9 per cento, si ferma invece al 6,4 per cento per le famiglie composte solamente da italiani. L’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9 per cento (stabile rispetto all’11,0 per cento del 2021) e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni. In larga misura l’aumento osservato è imputabile alla forte accelerazione dell'inflazione registrata nel 2022 (+8,7 per cento la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo - Ipca), il cui impatto è risultato particolarmente elevato per le famiglie meno abbienti (+12,1 per cento la variazione su base annua dei prezzi stimata per il primo quinto di famiglie). In effetti, le spese per consumo di questa fascia di popolazione, che include anche le famiglie in povertà assoluta, pur in forte crescita in termini correnti, non hanno tenuto il passo dell’inflazione, determinando un calo in termini reali della loro spesa equivalente del -2,5 per cento (su questo aspetto si veda la Statistica report “La spesa per i consumi delle famiglie” del 18 ottobre 2023). I bonus sociali per l’energia e il gas - fortemente potenziati nel 2022 sia in termini di platea di beneficiari sia nell’importo - hanno contribuito a contenere la crescita della povertà; si stima, infatti, che questa misura ne abbia ridotto l’incidenza di sette decimi di punto. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7 per cento, da 10,1 per cento del 2021), con un picco nel Sud (11,2 per cento), seguita dal Nord-est (7,9 per cento) e Nord-ovest (7,2 per cento); il Centro conferma i valori più bassi dell’incidenza (6,4 per cento).
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